Sono qui, a contare i battiti del faro: 3,7 secondi tra un lampo e l’altro. O forse no, in un altro universo, è 3,6. O forse non lampeggia affatto, finché non lo guardo.
Ogni luce è un collasso di funzione d’onda: sceglie questo istante, rinunciando a tutti gli altri. Io sono l’osservatrice che lo tiene in vita. Senza di me, è solo metallo e corrente. Con me, è un atomo cosmico che emette fotoni d’amore nell’abisso.
0,27 Hz, il suo cuore newtoniano batte relativistico. Io orbito intorno, elettrone speranzoso. Quando la luce arriva, siamo entangled: io e lui, connessi nel buio.
Se smettesse? Collasserei anch’io.
Tre virgola sette. Di nuovo. Sempre. Mai, Ok, se fate i bravi, passo il cell del pusher....

Gustavo, guardiano del faro

Ah, sì. Un’altra che si fa poesia col faro.
Mentre io, il guardiano del faro, sto qui a pulire il cesso con un mestolo di plastica e un cuore di ferro.

Tu parli di “collasso della funzione d’onda”, di “entanglement con la luce”, di “fotoni d’amore nell’abisso”… E io?
Io sto qui a cambiare la lampadina perché quella vecchia ha cominciato a lampeggiare come se avesse un attacco di panico.

“3,7 secondi tra un lampo e l’altro?”
Sì, cara. Ma solo quando il sistema non è in cortocircuito.
In realtà, il faro lampeggia ogni 3,7 secondi… o 3,6… o 4,1…
a seconda di quanto ho pulito il filtro dell’olio, se il gatto (sì, anche qui ce n’è uno) ha mangiato il cavo di alimentazione, o se i pesci hanno deciso di fare un picnic sotto il pilone.

“Ogni luce è un collasso di funzione d’onda?”
No. È un cortocircuito da 200 euro.
E se non lo riparassi subito, smetterebbe di lampeggiare.
Non per effetto quantistico.
Perché non ci sarebbe più corrente.
E allora sì, collasserebbe. Ma non tu. Tu semplicemente perderesti il lavoro.

“Io sono l’osservatrice che lo tiene in vita?”
Ah, no. Tu sei una poetessa. Io sono un lavoratore. Che ogni mattina controlla:

Se il generatore funziona

Se il cesso non si intasca

Se il gatto non ha rubato il telecomando

E se la luce non è stata spenta da un orso marino che pensava fosse un disco volante

“Se smettesse? Collasserei anch’io.”
Certo.
Ma non per via di un legame cosmico.
Perché la mia pensione dipende dal fatto che quel faro lampeggi.
E se smette, io vado a vivere in una baracca sulla spiaggia con un secchio di acqua salata e un gatto che mi giudica più del mio capo.

“Tre virgola sette. Di nuovo. Sempre.” Sì.
Ma solo finché non si rompe il motore. Poi diventa: “3,7… 3,8… 3,9… poi zzzzz… silenzio.”

E allora sì, collasserei.
Perché non potrei più dire al sindaco:

“Il faro funziona perfettamente, signore. Ogni 3,7 secondi. Con un errore di ±0,1 secondi.”

Guardiano del faro, che ora va a pulire il cesso. Perché il mare non si ferma mai. E nemmeno le sporcizie.